Nel discettare di intuizione creativa e di immaginazione, Francesco De Sanctis così scrive dell’autore de “I miserabili”: “Victor Hugo gira intorno alla forma, la prende da varie parti, accumula gli accessori, sciupa i colori, stanca la memoria e la fantasia del lettore. E’ un torrente straripato che non sa più arrestarsi”. Ha dunque coraggio di…
Madame Bovary alla sbarra
A rendere popolare “Madame Bovary” contribuì, e non poco, la censura. Contro quest’opera, rea di ledere “decenza e decoro”, secondo la rigida (e formalista) morale borghese si era scagliata l’autorità pubblica. Gustave Flaubert, di fronte a questo scenario, rimase “impietrito”, come egli stesse ebbe a dire: non avrebbe mai pensato che la tragica vicenda della…
Agnolo Bronzino, il calligrafico
E’ un amico dell’artista fiorentino Agnolo Bronzino il soggetto del quadro (1540) “Ritratto di giovane uomo con libro”. Spicca, anzitutto, la posa ben eretta della figura, come pure risalta lo sguardo (inficiato da un leggero strabismo) fisso, al punto da sembrare intimidatorio, sullo spettatore. Il libro – l’altro protagonista della tela – non si vede…
Monti e lo scheletro del Colosseo
Nella lettera del 26 marzo 1805 Vincenzo Monti consegna questa confidenza alla baronessa de Stael: “La prima volta che io vidi lo scheletro del Colosseo i miei occhi si riempirono di lacrime e mi nascondeva ai viventi per conversare coi morti e calcava con riverenza la polvere impressa un giorno dai piedi di Cesare e…
Kafka e il messaggio dell’imperatore
Vibra un accorato lamento sulla condizione dell’uomo contemporaneo nel racconto “Un medico di campagna” (1916-1917) di Franz Kafka. Viene espressa, con vigorosi accenti, l’angoscia sottesa alla ricerca di una legge immutabile – garanzia quindi di equilibrio – che fissi una volta per tutte l’identità dell’individuo e regoli le burrascose e cangianti dinamiche del mondo. Un…
Calvino, lo scoiattolo della penna
Non solo narratore brillante ed arguto, ma anche saggista, perspicace e illuminante. Italo Calvino, uno dei più illustri intellettuali del secondo Novecento, era stato soprannominato “lo scoiattolo della penna” per rimarcare la sua vertiginosa velocità di esecuzione: con quella penna ha vergato pagine di critica letteraria di eccellente qualità, riscontrabile, con vigorosa evidenza, anzitutto nelle…
Alfieri tra Giacomo e il conte Monaldo
Si misura anche sul giudizio riguardo ad Alfieri la differenza che separava Leopardi dal padre, il conte Monaldo. Nelle lettere il poeta lo definisce “sommo italiano”, nonché “mio Alfieri”. Su Leopardi esercitava un potente fascino il linguaggio appassionato del poeta piemontese, quando questi si diceva animato da “sviscerato amor di patria”, come pure sul recanatese…
Montaigne e la guerra
Nell’invitare i parlamentari ad essere cauti nelle trattative con i nemici, diffidando della loro dichiarata realtà, Montaigne adduce l’esempio di Lucio Marcio, legato dei Romani. Questi, nella guerra contro Perseo, re di Macedonia, volendo guadagnare il tempo necessario per mettere a punto il suo esercito, formulò ingannevoli proposte di accordo. Lasciandosi irretire da tali proposte,…
Verga e Capuana, arte e coscienza
Colleghi, e anche amici, Giovanni Verga e Luigi Capuana, nell’ambito della narrativa verista, hanno rappresentato un nucleo indissolubile. Eppure, all’interno di un ferreo sodalizio, umano e letterario, è dato di scorgere tra loro significative differenze, sebbene sfumate dal comune intento di rappresentare quel leopardiano “arido vero” con rigore di analisi e disciplina di forma. Nell’investigare…
Manzoni, Leopardi e la “serata memoranda”
Dalle cronache del tempo fu definita una “serata memoranda”. Non si può che convenirne poiché a Firenze, quel 3 settembre 1827, su iniziativa dell’editore Giampietro Vieusseux, si incontrarono Alessandro Manzoni e Giacomo Leopardi. Una primizia. Erano presenti altri letterati illustri e in quell’augusta occasione, rilevarono sempre le cronache del tempo, fu dato di registrare qua…